mercoledì 26 febbraio 2025

La crescia,videoricetta

 

I frascarelli ,ricetta


 


I frascarelli sono un piatto povero e antico della cucina umbra e marchigiana, una sorta di "polentina" rustica fatta con farina di grano, semplicissima da preparare. Non sono una pasta ripiena come i cappelletti, né strutturata come i passatelli, ma piuttosto una preparazione morbida e granulosa, spesso servita con sughi leggeri o semplicemente con olio e formaggio. Ecco una ricetta tradizionale umbra:

Ingredienti (per 4 persone):

200 g di farina "00" (o farina di grano tenero tipo 1 per un sapore più rustico)

Acqua q.b. (circa 1 litro per la cottura)

Sale q.b.

Olio extravergine d’oliva q.b.

Parmigiano o pecorino grattugiato q.b.

(Facoltativo: un sugo semplice di pomodoro o un po’ di pancetta rosolata)

Preparazione:

Bollire l’acqua: Porta a ebollizione una pentola d’acqua salata (circa 1 litro). L’acqua deve essere sufficiente per cuocere i frascarelli senza che diventino troppo densi.

Versare la farina: Quando l’acqua bolle, abbassa leggermente la fiamma. Prendi la farina e, con una mano, falla cadere a pioggia nell’acqua bollente, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno o una frusta con l’altra mano. Non versarla tutta in una volta: l’obiettivo è creare piccoli grumi, i "frascarelli", simili a chicchi irregolari, evitando che si formi un impasto unico.

Cuocere: Continua a mescolare per 5-10 minuti, finché i frascarelli non sono cotti e l’acqua si è un po’ addensata, formando una consistenza cremosa con i granellini di farina ben distinguibili. La cottura è veloce, ma dipende dalla quantità di farina: devono essere morbidi ma non sfatti.

Scolare o servire: Puoi scolare i frascarelli con una schiumarola, lasciandoli umidi, oppure servirli direttamente con un po’ del loro brodetto di cottura, a seconda della tradizione locale.

Condire: Condisci con un filo d’olio extravergine d’oliva e una generosa spolverata di pecorino o parmigiano. In alternativa, puoi usare un sugo leggero di pomodoro o rosolare della pancetta e aggiungerla sopra per un sapore più deciso.

Note:

I frascarelli sono volutamente irregolari: non devono essere lisci come una polenta, ma granulosi e rustici.

In alcune zone dell’Umbria, si preparano anche "frascarelli dolci", con zucchero o miele, ma la versione salata è la più comune.

È un piatto che nasce dalla necessità di usare pochi ingredienti, quindi il condimento può variare in base a ciò che hai a disposizione.

Curiosità:

Il nome "frascarelli" deriva probabilmente dal gesto di "sfarinare" o dal termine dialettale "frasca" (ramo), che richiama la semplicità contadina. È un piatto che scalda il cuore, perfetto per le giornate fredde.

Se vuoi una variante o un condimento specifico, dimmi pure!

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I cappelletti marchigiani,ricetta


 


I cappelletti marchigiani sono un piatto tipico delle Marche, simili ai cappelletti umbri o emiliani, ma con peculiarità regionali, soprattutto nel ripieno e nel modo di servirli. Sono piccoli scrigni di pasta fresca ripiena, spesso preparati per le festività, come Natale o Capodanno, e serviti in brodo di carne o, in alcune zone, asciutti con sugo. Ecco una ricetta tradizionale:

Ingredienti (per 4-6 persone):

Per la sfoglia:

300 g di farina "00"

3 uova medie

Un pizzico di sale

Per il ripieno:

150 g di carne magra di vitello o manzo

100 g di petto di pollo o tacchino

50 g di mortadella (o prosciutto crudo, a seconda della zona)

50 g di parmigiano reggiano grattugiato

1 uovo

Noce moscata q.b.

Scorza grattugiata di mezzo limone (tipica nelle Marche)

Sale e pepe q.b.

1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva o burro per cuocere la carne

Per il brodo:

1 kg di carne mista (cappone, manzo, ossa con midollo)

1 carota

1 cipolla

1 gambo di sedano

Sale q.b.

Preparazione:

Il ripieno:

Cuocere la carne: In una padella, rosola la carne di vitello e il pollo con un filo d’olio o burro, salando leggermente. Cuoci a fuoco medio fino a che non sono ben cotte, poi lasciale raffreddare.

Tritare: Trita finemente la carne cotta insieme alla mortadella (o prosciutto) con un coltello o un tritacarne.

Mescolare: In una ciotola, unisci la carne tritata, il parmigiano, l’uovo, un pizzico di noce moscata, la scorza di limone grattugiata, sale e pepe. Mescola fino a ottenere un composto omogeneo e compatto. Se troppo morbido, aggiungi un po’ di pangrattato.

La sfoglia:

Impastare: Su una spianatoia, fai una fontana con la farina e il sale, rompi le uova al centro e impasta fino a ottenere una palla liscia ed elastica (circa 10 minuti).

Riposo: Copri l’impasto e lascialo riposare per 30 minuti.

Stendere: Tira la sfoglia con un mattarello o una macchina per la pasta, fino a renderla sottile (circa 1-2 mm). Tagliala in quadrati di 4-5 cm di lato.

Formare i cappelletti:

Riempire: Metti una piccola noce di ripieno (circa un cucchiaino) al centro di ogni quadrato.

Chiudere: Piega il quadrato a triangolo, premendo bene i bordi per sigillare. Poi, unisci le due estremità del triangolo attorno al dito, sovrapponendole leggermente, per dare la classica forma a cappello. Premi per fissare.

Cottura:

Brodo: Prepara un brodo saporito facendo bollire la carne mista con carota, cipolla e sedano per almeno 2-3 ore. Filtra il brodo e aggiusta di sale.

Cuocere i cappelletti: Porta il brodo a ebollizione leggera e cuoci i cappelletti per 3-5 minuti, finché non salgono in superficie. Non mescolare troppo per non romperli.

Servizio:

Servi i cappelletti caldi nel loro brodo, con una spolverata di parmigiano se gradita. Nelle Marche, a volte si gustano anche asciutti con un ragù di carne leggero.

Note:

La scorza di limone nel ripieno è un tratto distintivo marchigiano, che dà freschezza al sapore.

In alcune zone, come nell’ascolano, il ripieno può includere anche un po’ di lonza di maiale o spezie come chiodi di garofano.

Se vuoi una variante (magari asciutta) o consigli sul brodo, fammi sapere!

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I tacconi sono un altro gioiello della cucina umbra, ricetta


 


I tacconi sono un altro gioiello della cucina umbra, in particolare della zona di Gubbio e dell’Alta Valle del Tevere. Si tratta di una pasta fresca, simile a una tagliatella larga ma più spessa e rustica, spesso preparata con farina di grano tenero e farina di fave o ceci, che le conferisce un sapore unico e terroso. Tradizionalmente, i tacconi vengono conditi con sughi semplici ma saporiti, come sugo di pomodoro o fave fresche. Ecco una ricetta tipica:

Ingredienti (per 4 persone):

Per i tacconi:

300 g di farina "00"

100 g di farina di fave (o farina di ceci, in alternativa)

150-180 ml di acqua tiepida (la quantità varia in base all’assorbimento della farina)

Un pizzico di sale

Per il condimento (esempio: sugo di fave e pomodoro):

200 g di fave fresche sgranate (o secche, ammollate per una notte)

200 g di passata di pomodoro

1 spicchio d’aglio

Olio extravergine d’oliva q.b.

Sale e pepe q.b.

(Facoltativo: un po’ di pancetta o guanciale per un tocco più ricco)

Preparazione:

I tacconi:

Impastare: Mescola la farina "00" con la farina di fave su una spianatoia. Aggiungi il sale e versa l’acqua tiepida poco alla volta, impastando fino a ottenere un composto omogeneo e sodo. Lavora l’impasto per circa 10 minuti, finché non è liscio.

Riposo: Copri l’impasto con un panno e lascialo riposare per 30 minuti.

Stendere e tagliare: Stendi l’impasto con un mattarello fino a uno spessore di circa 2-3 mm (i tacconi sono più spessi rispetto alle tagliatelle classiche). Taglia la sfoglia in rettangoli larghi circa 2 cm e lunghi 5-6 cm. Puoi lasciarli così o pizzicarli leggermente al centro per un effetto più rustico.

Cottura: Cuoci i tacconi in abbondante acqua salata bollente per 5-8 minuti (dipende dallo spessore). Scolali quando sono al dente.

Il condimento:

Preparare il sugo: In una padella, fai rosolare l’aglio in un filo d’olio extravergine d’oliva. Se usi pancetta o guanciale, aggiungili e falli dorare.

Aggiungere le fave: Unisci le fave fresche (o quelle secche cotte) e falle insaporire per qualche minuto.

Pomodoro: Versa la passata di pomodoro, regola di sale e pepe, e lascia cuocere a fuoco lento per 15-20 minuti, finché il sugo non si addensa leggermente.

Unire i tacconi: Scola i tacconi e condiscili direttamente in padella, mescolando bene.

Servizio:

Servi i tacconi ben caldi, magari con una spolverata di pecorino umbro grattugiato o un filo d’olio extravergine a crudo per esaltare i sapori.

Note:

La farina di fave dà ai tacconi quel gusto caratteristico, ma se non la trovi, puoi usare solo farina "00" o sostituirla con farina di ceci.

Un condimento alternativo molto diffuso è il sugo "finto" (pomodoro, cipolla e sedano, senza carne), che mantiene il piatto semplice e legato alla tradizione contadina.

Fammi sapere se vuoi provare una variante o hai bisogno di aiuto con il sugo!

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Passatelli in Brodo,ricetta


 


Ricetta dei Passatelli in Brodo

Dosi per 4 persone

Ingredienti per i passatelli:

150 g di pangrattato (preferibilmente di pane bianco raffermo, non troppo condito)

150 g di parmigiano reggiano grattugiato

3 uova grandi fresche

Scorza di mezzo limone grattugiata (facoltativa, per un tocco tradizionale marchigiano)

Un pizzico di noce moscata

Sale q.b. (poco, perché il parmigiano è già salato)

Pepe (opzionale)

Ingredienti per il brodo:

1,5 l di brodo di carne (idealmente di gallina o cappone, ma va bene anche un misto di manzo e pollo)

1 carota, 1 cipolla, 1 gambo di sedano (per aromatizzare il brodo, se lo fai in casa)

Sale q.b.

Strumenti necessari:

Uno schiacciapatate con fori larghi (o l’apposito “ferro per passatelli”, se lo hai)

Una ciotola capiente

Una pentola per il brodo

Procedimento:

Preparare l’impasto:

In una ciotola grande, mescola il pangrattato e il parmigiano grattugiato.

Aggiungi la scorza di limone grattugiata (se la usi), un pizzico di noce moscata e un pizzico di sale. Mescola bene gli ingredienti secchi.

Rompi le uova in una ciotolina a parte, sbattile leggermente con una forchetta, poi versale nella miscela di pangrattato e parmigiano.

Impasta con le mani fino a ottenere un composto morbido ma compatto. Non deve essere né troppo appiccicoso né troppo secco: se necessario, aggiusta con un pizzico di pangrattato (se troppo umido) o un goccio d’uovo (se troppo asciutto).

Forma una palla, avvolgila nella pellicola e lasciala riposare per 15-20 minuti a temperatura ambiente. Questo aiuta a rendere l’impasto più elastico.

Preparare il brodo (se fatto in casa):

Metti in una pentola 2 litri d’acqua con carota, cipolla e sedano (lavati e tagliati grossolanamente), aggiungi la carne (gallina, cappone o un pezzo di manzo con osso).

Porta a ebollizione, schiuma la superficie per eliminare le impurità, poi cuoci a fuoco lento per almeno 2 ore. Aggiusta di sale verso la fine.

Filtra il brodo con un colino e tienilo caldo a fuoco basso. (Se usi un brodo pronto, scaldalo semplicemente senza farlo bollire troppo forte.)

Formare i passatelli:

Porta il brodo a ebollizione leggera (non troppo vigorosa, altrimenti i passatelli si sfaldano).

Prendi l’impasto e dividilo in 2-3 porzioni. Metti una porzione nello schiacciapatate e premi direttamente sopra la pentola con il brodo bollente, tagliando i passatelli con un coltello quando raggiungono una lunghezza di circa 4-5 cm. Procedi velocemente per cuocerli tutti in una volta.

Cuocere i passatelli:

Cuociono in 1-2 minuti: quando vengono a galla, sono pronti. Non mescolare troppo per non romperli.

Spegni il fuoco e lasciali riposare un minuto nel brodo per farli insaporire.

Servire:

Versa i passatelli con il brodo in piatti fondi o ciotole. Se vuoi, aggiungi una spolverata di parmigiano extra o un pizzico di pepe nero.

Servili ben caldi.

Variante asciutta

Se preferisci gustarli asciutti:

Cuocili in acqua salata bollente (anziché nel brodo) per 1-2 minuti.

Scolali delicatamente con una schiumarola e condiscili con burro fuso e salvia (soffritta brevemente) o un ragù leggero di pesce (ad esempio con gamberi e pomodorini).

Consigli

Consistenza: L’impasto è la chiave. Se è troppo morbido, i passatelli si disintegrano; se troppo duro, risultano gommosi. Fai una prova con un piccolo pezzo prima di cuocerli tutti.

Strumento: Senza il ferro tradizionale, lo schiacciapatate funziona benissimo, ma usa i fori più grandi.

Sapore: La scorza di limone dà una nota fresca e tipica delle Marche, ma puoi ometterla se preferisci un gusto più neutro.

Che ne pensi? Vuoi provare a farli o hai bisogno di chiarimenti su qualche passaggio?

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I maccheroncini di Campofilone ,ricetta


 


I maccheroncini di Campofilone sono una delle eccellenze della cucina marchigiana, originari del piccolo borgo di Campofilone in provincia di Fermo. Si tratta di una pasta all’uovo lunga, sottile e delicatissima, simile a tagliolini ma ancora più fini, che si distingue per la sua consistenza setosa e la capacità di assorbire i sughi. La loro particolarità sta nella ricetta tradizionale: vengono fatti con un impasto di farina e uova fresche (senza acqua), stesi a mano e tagliati con una precisione quasi artigianale.

Ricetta dei Maccheroncini di Campofilone al ragù marchigiano

Ecco come prepararli in casa e condirli con un ragù tipico della zona.

Ingredienti per la pasta (4 persone):

400 g di farina “00” (o di grano duro)

4 uova grandi fresche

Un pizzico di sale

Ingredienti per il ragù:

300 g di carne macinata (mista manzo e maiale)

100 g di rigaglie di pollo (facoltative, per un tocco tradizionale)

1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano

100 ml di vino bianco secco

400 g di passata di pomodoro

Olio extravergine d’oliva, sale, pepe q.b.

Parmigiano grattugiato per servire

Procedimento:

Preparazione della pasta:

Setaccia la farina su una spianatoia, fai una fontana al centro e rompi le uova dentro. Aggiungi un pizzico di sale.

Impasta energicamente per 10-15 minuti finché l’impasto non diventa liscio ed elastico. Avvolgilo nella pellicola e lascialo riposare per 30 minuti.

Stendi l’impasto con un mattarello (o una macchina per la pasta) fino a ottenere una sfoglia sottilissima, quasi trasparente.

Arrotola la sfoglia delicatamente e tagliala a striscioline molto fini (1-2 mm). Srotola i maccheroncini e lasciali asciugare su un panno infarinato per un’ora.

Preparazione del ragù:

Trita finemente cipolla, carota e sedano. Soffriggili in un filo d’olio extravergine.

Aggiungi la carne macinata (e le rigaglie, se le usi) e rosola a fuoco medio per 10 minuti. Sfuma col vino bianco.

Versa la passata di pomodoro, regola di sale e pepe, e cuoci a fuoco lento per almeno 1 ora, mescolando di tanto in tanto. Se serve, aggiungi un goccio d’acqua.

Cottura e assemblaggio:

Cuoci i maccheroncini in abbondante acqua salata bollente per 1-2 minuti (essendo freschi cuociono molto velocemente).

Scolali e condiscili subito col ragù caldo. Servi con una spolverata generosa di parmigiano.

Note e varianti

Tradizione: A Campofilone, il ragù può includere anche un pizzico di noce moscata o cannella per un aroma più complesso.

Alternativa veloce: Se non hai tempo di fare la pasta in casa, i maccheroncini di Campofilone si trovano anche secchi, prodotti da marchi artigianali, e sono comunque ottimi.

Sugo leggero: In estate, si usa anche un condimento semplice con pomodoro fresco, basilico e olio extravergine.

È un piatto che esalta la semplicità degli ingredienti, ma richiede cura nella preparazione. Ti va di provarli o vuoi sapere altro, magari su dove trovarli già pronti?

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Brodetto all’Anconetana,ricetta


 


Brodetto all’Anconetana

Ingredienti (per 4 persone):

1,5 kg di pesce misto (scorfano, gallinella, triglie, seppie, cozze, vongole, ecc.)

1 cipolla, 2 spicchi d’aglio

400 g di pomodori pelati

100 ml di vino bianco

50 ml di aceto di vino bianco

Olio extravergine, prezzemolo, sale, peperoncino q.b.

Fette di pane casereccio tostato

Procedimento:

Pulisci e taglia il pesce, tenendo cozze e vongole da parte.

Soffriggi cipolla e aglio in olio, aggiungi i pomodori schiacciati e cuoci per 10 minuti.

Unisci il pesce più duro (seppie, scorfano) e sfuma col vino e l’aceto. Dopo 10 minuti aggiungi il resto del pesce, cozze e vongole.

Cuoci per altri 15-20 minuti a fuoco medio, senza mescolare troppo. Aggiusta di sale e peperoncino.

Servi caldo con prezzemolo tritato e fette di pane tostato sul fondo del piatto.

Questi piatti sono un ottimo punto di partenza per esplorare la cucina marchigiana. Se vuoi, posso approfondire una ricetta o suggerirti un’alternativa vegetariana! Quale ti ispira di più?

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Vincisgrassi,ricetta


 


Vincisgrassi

Ingredienti (per 6 persone):

500 g di sfoglia fresca all’uovo (lasagne)

300 g di carne macinata (mista manzo e maiale)

100 g di fegatini di pollo

1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano

100 ml di vino bianco

400 g di passata di pomodoro

500 ml di besciamella

100 g di parmigiano grattugiato

Olio extravergine, sale, pepe q.b.

Procedimento:

Prepara il ragù: trita cipolla, carota e sedano, soffriggili in olio, aggiungi la carne e i fegatini tritati. Cuoci per 10 minuti, sfuma col vino e unisci la passata. Cuoci a fuoco lento per 1 ora.

Sbollenta le sfoglie di pasta per 1-2 minuti in acqua salata, scolale e stendile su un panno.

In una teglia, alterna strati di pasta, ragù, besciamella e parmigiano.

Termina con besciamella e parmigiano. Cuoci in forno a 180°C per 40 minuti, finché la superficie è dorata.

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Olive all’Ascolana,ricetta


 


Olive all’Ascolana

Ingredienti (per circa 40 olive):

500 g di olive verdi grandi (tipo Ascolana Tenera)

150 g di carne macinata di manzo

100 g di carne macinata di maiale

50 g di pollo (o tacchino)

1 carota, 1 cipolla, 1 gambo di sedano

50 ml di vino bianco secco

50 g di parmigiano grattugiato

1 uovo (per il ripieno) + 2 per la panatura

Noce moscata q.b.

Pangrattato q.b.

Farina q.b.

Olio per friggere

Procedimento:

Denocciola le olive con un coltellino, facendo un taglio a spirale per tenere la polpa intera.

Prepara il ripieno: soffriggi carota, cipolla e sedano tritati in olio d’oliva, aggiungi le carni macinate e cuoci per 10 minuti. Sfuma col vino bianco.

Trita finemente il composto cotto, mescolalo con parmigiano, uovo, un pizzico di noce moscata e sale.

Riempi le olive con il ripieno, riformandole.

Passa le olive nella farina, poi nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato.

Friggile in olio bollente fino a doratura. Scolale e servile calde.

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martedì 25 febbraio 2025

La cucina delle Marche

 


La cucina delle Marche è una vera gemma dell'Italia centrale, un mix di sapori semplici ma autentici che riflettono la varietà del territorio: dalle colline dell'entroterra fino alla costa adriatica. È una cucina che valorizza ingredienti locali e stagionali, con piatti che spesso combinano mare e montagna in modo sorprendente.

Tra i classici ci sono i vincisgrassi, una sorta di lasagna ricca e saporita con strati di pasta, ragù e besciamella, diversa da quella emiliana per il suo gusto più rustico. Poi c’è il brodetto, una zuppa di pesce tipica della costa, che varia da città a città – come ad Ancona o a San Benedetto del Tronto – con un’esplosione di sapori di mare. Non mancano le olive all’ascolana, ripiene di carne e fritte, un antipasto che è diventato famoso ben oltre i confini regionali.

La carne ha un ruolo importante, con preparazioni come il coniglio in porchetta o il cinghiale in umido, spesso accompagnate da erbe aromatiche come il finocchietto selvatico. E per i primi, i maccheroncini di Campofilone, una pasta all’uovo finissima, sono un’eccellenza da provare con sughi robusti.

I vini poi sono un capitolo a parte: il Verdicchio, bianco e versatile, e il Rosso Piceno, dal carattere deciso, sono perfetti per accompagnare questi piatti. È una cucina senza fronzoli, ma che ti resta impressa per la sua genuinità. Hai mai assaggiato qualcosa di marchigiano o c’è un piatto che ti incuriosisce?

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lunedì 24 febbraio 2025

come si fanno gli strangozzi, videoricetta

 

La ciaramicola,videoricetta

 

La rocciata, videoricetta

 

Le fave dei morti sono dolcetti tradizionali umbri ,ricetta


 


Le fave dei morti sono dolcetti tradizionali umbri (e di altre regioni italiane) legati alla commemorazione dei defunti, intorno al 2 novembre. Non hanno nulla a che fare con le fave vere: sono piccoli biscotti morbidi a base di mandorle, dalla forma ovale che ricorda i legumi, e si dice che rappresentino un’offerta simbolica per i defunti. In Umbria, come altrove, si trovano in tre colori – bianco, rosa e marrone – ottenuti con ingredienti diversi. Ecco la ricetta classica.

Ingredienti (per circa 40-50 fave dei morti)

Base comune:  

200 g di mandorle sgusciate (o farina di mandorle)  

150 g di zucchero  

1 albume  

Scorza grattugiata di mezzo limone  

1 pizzico di cannella (facoltativo)

Per le varianti:  

Bianche: solo la base, senza aggiunte  

Rosa: 1-2 cucchiai di Alchermes (liquore rosso)  

Marroni: 1-2 cucchiai di cacao amaro

Per finire:  

Zucchero a velo q.b.

Preparazione

Preparare le mandorle:  

Se usi mandorle intere, sbollentale per 1-2 minuti, scolale e spellale. Lasciale asciugare e tritale finemente in un mixer fino a ottenere una farina grossolana (non troppo fine, per mantenere la consistenza rustica).

Impasto:  

In una ciotola, mescola la farina di mandorle con lo zucchero, la scorza di limone e la cannella (se la usi).  

Aggiungi l’albume leggermente sbattuto e lavora l’impasto con le mani finché non diventa compatto e modellabile. Se è troppo appiccicoso, aggiungi un po’ di farina di mandorle o farina 00; se troppo secco, qualche goccia d’acqua o liquore.

Divisione e colorazione:  

Dividi l’impasto in tre parti uguali:  

Bianche: lascia l’impasto così com’è.  

Rosa: incorpora l’Alchermes, impastando fino a ottenere un colore uniforme.  

Marroni: aggiungi il cacao amaro e mescola bene.

Forma:  

Preleva piccole porzioni di impasto (circa 10-15 g ciascuna) e modellale con le mani formando palline leggermente schiacciate o ovali, simili a fave. Disponile su una teglia con carta forno.

Cottura:  

Cuoci in forno statico preriscaldato a 160°C per 10-15 minuti. Non devono dorarsi troppo: restano chiari e morbidi dentro, con una leggera crosticina fuori.  

Sforna e lascia raffreddare completamente.

Finitura:  

Spolvera con zucchero a velo prima di servire.

Consigli

In alcune zone dell’Umbria si aggiungono aromi come vaniglia o semi di anice per variare il sapore.  

La consistenza tipica è morbida, ma se li preferisci più croccanti, prolunga la cottura di qualche minuto.  

Si conservano per 10-15 giorni in una scatola di latta, perfetti da offrire o regalare durante i giorni dei morti.

Buon appetito! Se vuoi approfondire la tradizione o altre versioni, fammi sapere!

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Le pinoccate sono un dolce tradizionale umbro, ricetta


 


Le pinoccate sono un dolce tradizionale umbro, tipico soprattutto di Perugia, legato alle festività natalizie. Si tratta di dolcetti a base di zucchero e pinoli, dalla caratteristica forma a rombo, disponibili in due varianti: bianche (con scorza di limone o vaniglia) e nere (con cacao). Sono spesso confezionate a coppie in carte colorate, come caramelle, e hanno una storia che risale al Medioevo, quando erano apprezzate sia dai monaci benedettini che dai nobili.

Ingredienti (per circa 20-25 pinoccate)

Per le pinoccate bianche:  

500 g di zucchero semolato  

150 ml di acqua  

250 g di pinoli  

Scorza grattugiata di mezzo limone (o vaniglia)

Per le pinoccate nere:  

500 g di zucchero semolato  

150 ml di acqua  

250 g di pinoli  

50 g di cacao amaro in polvere

Preparazione

Sciroppo di zucchero:  

In una pentola, versa l’acqua e lo zucchero. Scalda a fuoco medio-basso, mescolando finché lo zucchero non si scioglie completamente. Porta a ebollizione e cuoci fino a ottenere uno sciroppo denso (circa 113-121°C se hai un termometro; altrimenti, verifica che fili leggermente tra le dita).

Aggiunta dei pinoli:  

Tosta leggermente i pinoli in forno a 150°C per 5 minuti (opzionale, per esaltarne il sapore).  

Quando lo sciroppo è pronto, togli dal fuoco e incorpora i pinoli, mescolando bene.

Varianti:  

Per le bianche: aggiungi la scorza di limone grattugiata o un pizzico di vaniglia.  

Per le nere: unisci il cacao amaro setacciato, mescolando finché non è ben amalgamato.

Modellatura:  

Versa il composto caldo su un piano di marmo bagnato (o su carta forno leggermente oliata). Livellalo con una spatola a uno spessore di circa 1-2 cm.  

Prima che si raffreddi del tutto, ma quando è ancora maneggiabile, taglialo a rombi con un coltello affilato.

Raffreddamento e confezione:  

Lascia raffreddare completamente i rombi. Tradizionalmente, si avvolgono a coppie (una bianca e una nera) in carta velina colorata, torcendo le estremità come caramelle.

Consigli

Non si usa farina nella ricetta originale: lo zucchero cotto tiene insieme i pinoli, rendendo le pinoccate adatte anche a chi evita il glutine.  

La cottura dello zucchero è il passaggio chiave: troppo liquido e non si solidificheranno, troppo cotto e diventeranno durissime.  

Si conservano per settimane in un contenitore ermetico, al riparo dall’umidità.

Buon appetito! Se vuoi sapere altro sulla loro storia o varianti, chiedi pure!

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I tozzetti sono biscotti secchi tipici dell’Umbria,ricetta


 


I tozzetti sono biscotti secchi tipici dell’Umbria (e del Centro Italia in generale), simili ai cantucci toscani ma con un carattere più rustico e spesso arricchiti con ingredienti locali come nocciole o mandorle. Perfetti da inzuppare nel Vin Santo o in un caffè, sono un dolce semplice e tradizionale, spesso preparato per le feste o come fine pasto. Ecco la ricetta classica umbra.

Ingredienti (per circa 30-40 tozzetti)

300 g di farina "00"  

200 g di zucchero  

2 uova  

100 g di nocciole tostate (o mandorle intere con la buccia)  

50 g di burro (facoltativo, per morbidezza)  

1 cucchiaino di lievito per dolci (o bicarbonato)  

Scorza grattugiata di 1 limone o arancia  

1 pizzico di sale  

2-3 cucchiai di Vin Santo o liquore (es. anice o rum, facoltativo)

Preparazione

Impasto:  

In una ciotola, sbatti le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro. Aggiungi il burro morbido (se lo usi), la scorza grattugiata, il sale e il Vin Santo (se lo desideri).  

Setaccia la farina con il lievito e incorporala poco alla volta al composto liquido, mescolando con un cucchiaio o con le mani.  

Quando l’impasto è quasi pronto, aggiungi le nocciole (o mandorle) intere e lavoralo brevemente fino a distribuirle uniformemente. L’impasto sarà morbido ma non appiccicoso.

Forma:  

Dividi l’impasto in 2-3 filoncini larghi circa 4-5 cm e lunghi quanto la teglia. Posizionali su una placca rivestita di carta forno, ben distanziati, e appiattiscili leggermente con le mani.

Prima cottura:  

Cuoci in forno statico preriscaldato a 180°C per 20-25 minuti, finché i filoncini non sono dorati in superficie ma ancora morbidi dentro.

Taglio e seconda cottura:  

Sforna e lascia intiepidire per 5-10 minuti (devono essere maneggiabili ma non freddi). Con un coltello affilato, taglia i filoncini in diagonale a fette spesse circa 1-2 cm.  

Disponi i tozzetti sulla teglia, con il lato tagliato verso l’alto, e infornali di nuovo a 160°C per 10-15 minuti, girandoli a metà cottura. Devono diventare croccanti e leggermente dorati.

Servire:  

Lascia raffreddare completamente. Servili con un bicchierino di Vin Santo o una tazza di tè.

Consigli

Puoi variare il gusto aggiungendo uvetta, gocce di cioccolato o semi di anice, molto usati in Umbria.  

Le nocciole sono tipiche della zona di Terni, mentre le mandorle dominano altrove: scegli in base ai tuoi gusti o alla tradizione che vuoi seguire.  

Si conservano per settimane in una scatola di latta, diventando ancora più buoni col tempo.

Buon appetito! Se vuoi altre idee o varianti, fammi sapere!

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La rocciata è un dolce tradizionale umbro, ricetta


 


La rocciata è un dolce tradizionale umbro, diffuso soprattutto nelle zone di Foligno, Assisi e Spello, ma noto in tutta la regione con varianti locali (ad esempio “attorta” o “ntorta”). È una sorta di strudel rustico, con una sfoglia sottile avvolta a spirale che ricorda un serpente arrotolato – da qui il nome, derivato dal termine umbro "arrocciata", cioè "attorcigliata". Tradizionalmente legata alle festività invernali, come Ognissanti, il Giorno dei Morti e Natale, oggi si prepara tutto l’anno. Il suo colore rosso caratteristico è dato dall’Alchermes, un liquore spennellato sopra dopo la cottura.

Ingredienti (per 6-8 persone)

Per la sfoglia:  

300 g di farina "00"  

3 cucchiai di olio extravergine d’oliva  

1 pizzico di sale  

Acqua tiepida q.b. (circa 120-150 ml)

Per il ripieno:  

500 g di mele (sbucciate e tagliate a cubetti)  

100 g di noci tritate  

50 g di uvetta (ammollata in acqua o rum)  

50 g di pinoli  

80 g di zucchero  

1 cucchiaino di cannella in polvere  

1 cucchiaio di cacao amaro (facoltativo)  

Scorza grattugiata di 1 limone  

2-3 cucchiai di rum o Vin Santo (facoltativo)

Per finire:  

Alchermes q.b. (per spennellare)  

Zucchero a velo (facoltativo)

Preparazione

Sfoglia:  

Versa la farina a fontana su una spianatoia, aggiungi sale e olio. Unisci l’acqua poco alla volta, impastando fino a ottenere una palla morbida ed elastica (circa 10 minuti).  

Copri con un panno e lascia riposare per 30-60 minuti.

Ripieno:  

Mescola in una ciotola le mele a cubetti, le noci, l’uvetta scolata, i pinoli, lo zucchero, la cannella, il cacao (se lo usi), la scorza di limone e il liquore. Amalgama bene.

Assemblaggio:  

Stendi l’impasto con un matterello su un canovaccio infarinato, tirandolo molto sottile (quasi trasparente, come per lo strudel).  

Distribuisci il ripieno uniformemente sulla sfoglia, lasciando i bordi liberi. Arrotola la sfoglia su sé stessa aiutandoti con il canovaccio, poi chiudi bene le estremità.  

Dai alla rocciata la forma a spirale o a “C”.

Cottura:  

Trasferiscila su una teglia con carta forno e cuoci in forno statico preriscaldato a 180°C per 30-35 minuti, finché non è dorata e croccante fuori.

Finitura:  

Sforna e, ancora calda, spennellala con l’Alchermes per darle il tipico colore rosso. Se vuoi, spolvera con zucchero a velo una volta raffreddata.

Consigli

Il ripieno varia a seconda delle tradizioni familiari: puoi aggiungere fichi secchi, mandorle, cioccolato o marmellata.  

Se non hai l’Alchermes, puoi ometterlo o usare un altro liquore aromatico, ma perderai il colore tradizionale.  

Si conserva per 3-4 giorni sotto una campana di vetro ed è perfetta sia tiepida che fredda.

Buon appetito! Se vuoi approfondire varianti o storia, fammi sapere!

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La ciaramicola è un dolce tipico umbro, ricetta


 


La ciaramicola è un dolce tipico umbro, originario di Perugia, legato alla tradizione pasquale. È una ciambella soffice e colorata, ricoperta di meringa bianca e confettini multicolore (chiamati "alchermes"), che simboleggiano i colori della città: il rosso dell’impasto (dato dall’Alchermes) e il bianco della meringa. Ha un sapore semplice ma particolare, grazie al liquore e alla scorza di agrumi. Ecco la ricetta tradizionale.

Ingredienti (per una ciambella da 24-26 cm)

Per l’impasto:  

300 g di farina "00"  

150 g di zucchero  

100 g di burro (o 80 ml di olio di semi)  

2 uova  

50 ml di Alchermes (liquore rosso aromatico)  

Scorza grattugiata di 1 arancia o limone  

1 bustina di lievito per dolci (16 g)  

50 ml di latte (se serve per ammorbidire l’impasto)  

Un pizzico di sale

Per la meringa:  

2 albumi (circa 60-70 g)  

100 g di zucchero  

Un pizzico di sale o qualche goccia di limone

Per decorare:  

Confettini colorati (o zuccherini) q.b.

Preparazione

Impasto:  

In una ciotola, sbatti le uova con lo zucchero finché non diventano spumose. Aggiungi il burro morbido (o l’olio) e continua a mescolare.  

Unisci la scorza grattugiata, l’Alchermes e un pizzico di sale. Il composto prenderà un bel colore rosso-rosato.  

Setaccia la farina con il lievito e incorporala poco alla volta al composto liquido, mescolando con una spatola o un cucchiaio. Se l’impasto risulta troppo denso, aggiungi il latte un po’ per volta fino a ottenere una consistenza morbida ma lavorabile (non liquida).

Forma:  

Imburra e infarina uno stampo da ciambella (diametro 24-26 cm). Versa l’impasto nello stampo, distribuendolo uniformemente.

Cottura:  

Preriscalda il forno a 180°C (statico). Cuoci la ciambella per circa 35-40 minuti, facendo la prova stecchino per verificare che sia cotta dentro.  

Sforna e lascia raffreddare leggermente (non del tutto, deve essere ancora tiepida per la meringa).

Meringa:  

Monta gli albumi con un pizzico di sale (o qualche goccia di limone) usando una frusta elettrica. Quando iniziano a schiumare, aggiungi lo zucchero poco alla volta e continua a montare finché non ottieni una meringa lucida e ferma (ci vogliono circa 5-7 minuti).

Decorazione:  

Spalma la meringa sulla superficie della ciambella tiepida con una spatola o una sac à poche, creando onde o picchi a tuo gusto.  

Cospargi subito i confettini colorati sopra la meringa.  

Rimetti la ciambella in forno a 100-120°C per 15-20 minuti, giusto il tempo di far asciugare la meringa senza farla dorare troppo (deve restare bianca).

Servire:  

Lascia raffreddare completamente prima di sformarla. Servila a fette, magari con un bicchierino di Alchermes o un caffè.

Consigli

L’Alchermes è fondamentale per il colore e il sapore: lo trovi nei supermercati o lo puoi sostituire con un altro liquore rosso dolce, ma il risultato sarà meno tradizionale.  

Se la meringa non ti piace, puoi ometterla e spolverare la ciambella con zucchero a velo, ma perderai il simbolismo tipico.  

Si conserva per 2-3 giorni sotto una campana di vetro, ma è più buona fresca.

Buon appetito e buona tradizione umbra! Se hai bisogno di altro, fammi sapere!

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La torta al testo è un classico della cucina umbra, ricetta


 


La torta al testo è un classico della cucina umbra, una sorta di pane schiacciato cotto su un disco di ghisa chiamato "testo". È semplice da preparare e versatile: si può gustare da sola, con affettati, formaggi o verdure, oppure farcita come una piadina. Ecco la ricetta tradizionale.

Ingredienti (per 4-6 persone)

500 g di farina "00" (o un mix di farina 00 e Manitoba)  

250-300 ml di acqua tiepida (la quantità varia in base all’assorbimento della farina)  

1 cucchiaino di sale  

1 cucchiaino di bicarbonato di sodio (o 5 g di lievito di birra se preferisci una versione lievitata)  

1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva (facoltativo, per morbidezza)

Preparazione

Impasto:  

Su una spianatoia, disponi la farina a fontana. Aggiungi il sale e il bicarbonato (o il lievito sciolto in poca acqua tiepida, se lo usi).  

Versa l’acqua poco alla volta e inizia a impastare. Se vuoi, unisci anche l’olio. Lavora l’impasto per circa 10 minuti finché non diventa liscio ed elastico. Non deve essere troppo appiccicoso né troppo duro.  

Forma una palla, coprila con un panno umido e lasciala riposare per 30 minuti (se usi il lievito, lasciala lievitare almeno 1-2 ore finché non raddoppia di volume).

Formare la torta:  

Dividi l’impasto in 2-3 palline (a seconda delle dimensioni desiderate).  

Stendi ogni pallina con un matterello su una superficie infarinata, formando un disco spesso circa 1 cm e largo quanto il tuo testo o padella (di solito 20-25 cm di diametro).

Cottura:  

Scalda bene il testo (o una padella antiaderente pesante) su fuoco medio-alto. Non serve olio.  

Cuoci la torta al testo per circa 5-7 minuti per lato, girandola quando si formano delle bolle e la superficie appare dorata. Bucherella la superficie con una forchetta durante la cottura per evitare che si gonfi troppo.  

È pronta quando è cotta dentro e ha una crosticina croccante fuori.

Servire:  

Tagliala a spicchi e gustala calda. Tradizionalmente si farcisce con prosciutto crudo, salsicce cotte, erba (bietole ripassate in padella) o formaggi come il pecorino umbro.

Consigli

Se non hai un testo, una padella di ghisa o una piastra vanno benissimo.  

Per una versione più leggera, puoi farla più sottile, ma la tradizione vuole uno spessore rustico.  

È ottima anche dolce, con crema di nocciole o marmellata, per una variante originale!

Buon appetito! Se vuoi idee per farciture o altro, chiedi pure!

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zuppa di lenticchie di Castelluccio, ricetta


 


Ecco una ricetta tradizionale per la zuppa di lenticchie di Castelluccio, un piatto semplice e genuino della cucina umbra che esalta il sapore unico delle lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP, famose per la loro buccia sottile e il gusto intenso. Non richiedono ammollo, il che rende la preparazione ancora più veloce.

Ingredienti (per 4 persone)

300 g di lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP  

1 carota  

1 costa di sedano  

1 cipolla piccola  

1 spicchio d’aglio  

2-3 cucchiai di olio extravergine d’oliva  

1 cucchiaio di concentrato di pomodoro (o 200 g di passata)  

1 rametto di rosmarino o salvia (facoltativo)  

Sale e pepe q.b.  

1 litro di acqua o brodo vegetale  

Fette di pane casereccio tostato (opzionale, per servire)

Preparazione

Preparare le lenticchie: Sciacqua bene le lenticchie sotto acqua corrente per eliminare eventuali impurità. Non serve ammollo.  

Soffritto: Trita finemente la carota, il sedano e la cipolla. In una casseruola (meglio se di terracotta), scalda l’olio extravergine d’oliva e fai rosolare il trito insieme allo spicchio d’aglio intero (che poi potrai rimuovere) per circa 5 minuti a fuoco medio.  

Aggiungere le lenticchie: Unisci le lenticchie al soffritto e falle tostare per 2-3 minuti, mescolando per insaporirle.  

Cottura: Sciogli il concentrato di pomodoro in un po’ d’acqua o aggiungi la passata, quindi versa il litro di acqua o brodo vegetale. Aggiungi il rosmarino o la salvia, se li usi. Porta a ebollizione, poi abbassa il fuoco, copri con un coperchio e lascia cuocere a fuoco lento per circa 35-40 minuti, finché le lenticchie non sono morbide ma non sfatte. Mescola di tanto in tanto e, se necessario, aggiungi altra acqua.  

Aggiustare il sapore: Rimuovi l’aglio e il rametto di erbe. Regola di sale e pepe verso la fine della cottura.  

Servire: Versa la zuppa ben calda nei piatti. Puoi accompagnarla con crostini di pane tostato sul fondo o a lato, e un filo d’olio extravergine a crudo per esaltarne il gusto.

Consigli

Per una versione più rustica, aggiungi una patata a cubetti insieme alle lenticchie: darà cremosità.  

Se preferisci un sapore più deciso, prova a unire un pezzetto di guanciale o pancetta al soffritto.  

La zuppa è ancora più buona il giorno dopo, quando i sapori si sono amalgamati.

Buon appetito! Fammi sapere se vuoi varianti o ulteriori dettagli!

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strangozzi (o stringozzi) è tipica della cucina umbra,ricetta


 


La ricetta degli strangozzi (o stringozzi) è tipica della cucina umbra, in particolare della zona di Spoleto e Foligno. Si tratta di una pasta fresca semplice, fatta a mano, simile a spaghetti ma più spessa e ruvida, spesso condita con sughi rustici come il tartufo, il ragù o il classico "spoletino" (pomodoro, aglio e peperoncino). Ecco una ricetta tradizionale per prepararli:

Ingredienti (per 4 persone)

Per la pasta:  

400 g di farina "00" (o farina di grano duro)  

200 ml di acqua tiepida (circa, dipende dalla farina)  

Un pizzico di sale

Per il condimento (esempio: sugo spoletino):  

400 g di pomodori pelati (o passata)  

2 spicchi d’aglio  

Olio extravergine d’oliva  

Peperoncino (a piacere)  

Sale  

Facoltativo: prezzemolo tritato o tartufo grattugiato

Preparazione degli strangozzi

Impasto:  

Su una spianatoia, disponi la farina a fontana e aggiungi il pizzico di sale. Versa l’acqua tiepida poco alla volta, impastando con le mani fino a ottenere un composto liscio, elastico e non appiccicoso (circa 10 minuti di lavorazione).  

Copri l’impasto con un panno umido e lascialo riposare per 30 minuti.

Stesura e taglio:  

Dividi l’impasto in 4-5 parti. Stendi ogni pezzo con un matterello fino a uno spessore di circa 2-3 mm (non troppo sottile, gli strangozzi devono essere rustici).  

Arrotola la sfoglia su sé stessa e tagliala a strisce di circa 3-5 mm di larghezza. Srotola le strisce e infarinale leggermente per evitare che si attacchino.

Cottura:  

Porta a ebollizione una pentola d’acqua salata. Cuoci gli strangozzi per 4-6 minuti (il tempo dipende dallo spessore), finché non sono al dente. Scolali e tieni da parte un mestolo d’acqua di cottura.

Preparazione del sugo spoletino

In una padella, scalda 3-4 cucchiai di olio extravergine d’oliva.  

Aggiungi l’aglio intero (che poi potrai rimuovere) e il peperoncino, facendoli rosolare a fuoco basso.  

Unisci i pomodori pelati schiacciati o la passata, regola di sale e cuoci per 15-20 minuti, mescolando di tanto in tanto.  

Se il sugo si asciuga troppo, aggiungi un po’ d’acqua di cottura della pasta.

Composizione

Versa gli strangozzi scolati nella padella con il sugo, mescola bene e, se vuoi, spolvera con prezzemolo tritato o tartufo grattugiato per un tocco umbro autentico.

Buon appetito! Se hai domande su varianti o condimenti alternativi, fammi sapere!

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sabato 22 febbraio 2025

La cucina dell'Umbria

 


La cucina dell'Umbria è un'espressione autentica della tradizione contadina italiana, caratterizzata da ingredienti semplici, genuini e legati al territorio. Questa regione, nel cuore verde d’Italia, offre piatti rustici e saporiti, spesso basati su prodotti locali come tartufi, lenticchie, olio extravergine d’oliva, norcineria (salumi e insaccati) e selvaggina. A differenza della cucina toscana, che ha una fama più internazionale, quella umbra è meno conosciuta ma altrettanto ricca di sapore e storia. Ecco una panoramica dei piatti e delle peculiarità della cucina umbra, con un focus anche sui dolci.

Caratteristiche principali

Semplicità e territorialità: La cucina umbra valorizza materie prime locali senza elaborazioni complesse. È una cucina "di terra", con poco uso di pesce data la posizione interna della regione.

Tartufo: L’Umbria è famosa per il tartufo nero di Norcia e quello bianco della zona di Gubbio e Orvieto, usati per insaporire pasta, uova e carni.

Legumi: Le lenticchie di Castelluccio di Norcia (IGP) sono protagoniste di zuppe e contorni.

Carne e selvaggina: Arrosti, stufati e salumi (come prosciutto di Norcia, salame e capocollo) dominano la tradizione.

Olio e vino: L’olio extravergine umbro è tra i migliori d’Italia, mentre vini come il Sagrantino di Montefalco e l’Orvieto Classico accompagnano i pasti.

Piatti tipici

Strangozzi (o Stringozzi) al tartufo: Pasta lunga fatta a mano, condita con tartufo nero grattugiato o un sugo semplice di pomodoro e guanciale.

Porchetta: Maiale disossato, aromatizzato con aglio, rosmarino e finocchio selvatico, cotto allo spiedo. È un classico dello street food umbro.

Zuppa di lenticchie di Castelluccio: Un piatto caldo e nutriente, spesso arricchito con crostini e un filo d’olio.

Torta al testo: Una focaccia cotta su una piastra di ghisa (il "testo"), farcita con salumi, formaggi o erbe di campo.

Palombacci alla ghiotta: Piccioni selvatici cotti in umido con vino, olive, capperi e spezie, un piatto di cacciagione tipico.

Dolci umbri

Anche i dolci dell’Umbria sono semplici e legati alle festività o ai prodotti locali. Ecco alcuni esempi:

Ciaramicola: Dolce pasquale tipico di Perugia, una ciambella colorata di rosso (grazie all’Alchermes), ricoperta di meringa bianca e confettini multicolore, simbolo di gioia e primavera.

Rocciata: Strudel umbro di origine medievale, fatto con pasta sfoglia ripiena di mele, noci, uvetta e cannella, tipico della zona di Foligno e Assisi.

Tozzetti: Simili ai cantuccini toscani, sono biscotti secchi con nocciole o mandorle, spesso serviti con vino dolce come il Sagrantino Passito.

Pinoccate: Dolcetti natalizi di Perugia a base di pinoli e zucchero, a forma di rombo, bianchi o ricoperti di cioccolato.

Fave dei morti: Piccoli dolcetti di pasta di mandorle, preparati per il giorno dei Morti (2 novembre), colorati di bianco, rosa o marrone.

Influenze e differenze

La cucina umbra condivide alcune somiglianze con quella toscana (come l’uso dell’olio e dei legumi), ma si distingue per il ruolo centrale della norcineria e del tartufo, meno presenti in Toscana. Rispetto alla vicina Lazio, l’Umbria ha una tradizione più legata alla montagna e alla campagna, con meno influenze marittime.

Se vuoi approfondire un piatto specifico o una ricetta (magari della ciaramicola o della rocciata), fammi sapere! Qual è l’aspetto della cucina umbra che ti incuriosisce di più?

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venerdì 21 febbraio 2025

Il castagnaccio è un altro dolce toscano tradizionale,ricetta


 


Il castagnaccio è un altro dolce toscano tradizionale, semplice e rustico, fatto con farina di castagne. È un piatto povero della cucina contadina, senza zuccheri aggiunti (la dolcezza viene dalle castagne e dall’uvetta), e ha un sapore unico grazie al rosmarino e ai pinoli. Ecco una ricetta classica in italiano:

Ricetta del Castagnaccio

Ingredienti (per una teglia rettangolare di circa 25x20 cm):

300 g di farina di castagne

500 ml di acqua (circa, a temperatura ambiente)

50 g di uvetta (ammollata in acqua tiepida per 10 minuti e scolata)

40 g di pinoli

2-3 cucchiai di olio extravergine d’oliva

1 rametto di rosmarino (solo gli aghi, tritati finemente o interi)

1 pizzico di sale

Procedimento:

Preparazione dell’impasto:

Setaccia la farina di castagne in una ciotola grande per evitare grumi. Aggiungi il pizzico di sale. Versa l’acqua poco alla volta, mescolando con una frusta o un cucchiaio di legno, fino a ottenere una pastella liscia e fluida, simile a quella delle crêpes. Non deve essere troppo densa né troppo liquida.

Aggiunta degli ingredienti:

Incorpora alla pastella metà dei pinoli e dell’uvetta scolata, mescolando bene. Tieni da parte il resto per la decorazione.

Preparazione della teglia:

Ungi una teglia bassa (tradizionalmente rettangolare o rotonda) con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Versa la pastella nella teglia: lo spessore dovrebbe essere di circa 1 cm, non di più, perché il castagnaccio deve rimanere sottile.

Decorazione e condimento:

Distribuisci uniformemente sulla superficie l’uvetta e i pinoli rimanenti. Aggiungi gli aghi di rosmarino (a piacere, interi o tritati). Irrora la superficie con 1-2 cucchiai di olio extravergine d’oliva.

Cottura:

Cuoci in forno preriscaldato a 180°C per circa 30-35 minuti. Il castagnaccio è pronto quando la superficie si screpola leggermente e assume un colore marrone scuro. Non deve essere troppo secco: l’interno rimane morbido e umido.

Servizio:

Lascia raffreddare completamente prima di tagliare a losanghe o quadrati. Si gusta a temperatura ambiente, spesso come merenda o dessert autunnale.

Consigli

La qualità della farina di castagne è fondamentale: scegline una fresca e profumata, possibilmente toscana.

Puoi aggiungere qualche gheriglio di noce per una variante più ricca.

Tradizionalmente non si usa zucchero, ma se lo preferisci più dolce, puoi sciogliere un cucchiaio di miele nell’acqua.

Fammi sapere se vuoi ulteriori dettagli o una variante! Buon castagnaccio!

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Panforte, un dolce tipico toscano,ricetta


 


Ecco una ricetta tradizionale per il Panforte, un dolce tipico toscano, in italiano. Questa versione è semplice ma autentica, basata sugli ingredienti classici come noci, frutta secca e spezie.

Ricetta del Panforte

Ingredienti (per una teglia tonda di circa 20-22 cm):

150 g di mandorle (con la pelle)

100 g di nocciole (tostate)

100 g di fichi secchi (tritati grossolanamente)

100 g di canditi misti (arancia e cedro, a cubetti)

100 g di farina 00

150 g di miele

150 g di zucchero semolato

1 cucchiaino di cannella in polvere

1/2 cucchiaino di noce moscata

1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere

1 pizzico di pepe nero (facoltativo, per un tocco tradizionale)

Zucchero a velo (per decorare)

Procedimento:

Preparazione degli ingredienti secchi:

Tosta leggermente le mandorle e le nocciole in forno a 180°C per circa 8-10 minuti, poi lasciale raffreddare. Tritale grossolanamente con un coltello o lasciane alcune intere, a seconda della consistenza che preferisci. In una ciotola capiente, mescola le mandorle, le nocciole, i fichi secchi tritati, i canditi e la farina. Aggiungi le spezie (cannella, noce moscata, chiodi di garofano e pepe) e mescola bene.

Preparazione dello sciroppo:

In un pentolino, scalda il miele e lo zucchero a fuoco medio, mescolando fino a quando lo zucchero si scioglie completamente. Porta il composto a ebollizione leggera e cuoci fino a raggiungere una temperatura di circa 115°C (se hai un termometro da cucina) o fino a quando diventa uno sciroppo denso e dorato.

Unione degli ingredienti:

Versa lo sciroppo caldo nella ciotola con gli ingredienti secchi. Mescola rapidamente con un cucchiaio di legno per amalgamare tutto: l’impasto sarà molto appiccicoso e denso.

Formatura e cottura:

Rivesti una teglia tonda (preferibilmente a cerniera) con carta da forno o ostia commestibile (tradizionale per il panforte). Versa l’impasto nella teglia e livellalo con le mani bagnate o un cucchiaio unto per evitare che si appiccichi. Cuoci in forno preriscaldato a 160°C per circa 30-35 minuti. Il panforte non deve scurirsi troppo, ma rimanere morbido al centro.

Raffreddamento e finitura:

Lascia raffreddare completamente il panforte nella teglia prima di rimuoverlo (sarà più facile da tagliare una volta freddo). Spolvera abbondantemente con zucchero a velo prima di servire.

Consigli

Il panforte si conserva per settimane, avvolto in carta da forno o in una scatola di latta.

Puoi personalizzarlo aggiungendo uvetta, noci o scorza d’arancia grattugiata.

Tradizionalmente, si gusta a fettine sottili, magari con un bicchiere di Vin Santo.

Buon appetito e fammi sapere se hai bisogno di altre varianti o chiarimenti!

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I dolci ricciarelli di Siena, videoricetta

 

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i tortelli maremmani, tipici della Toscana, videoricetta

 

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Bistecca alla fiorentina, videoricetta

 

La ribollita, videoricetta

 

La panzanella, videoricetta

 

La bistecca alla fiorentina ,ricetta


 


La bistecca alla fiorentina è uno dei piatti più celebri e amati della cucina toscana, un’icona della tradizione culinaria di Firenze. Si tratta di una bistecca di manzo cotta alla griglia, semplice nella preparazione ma rigorosa nei dettagli, che richiede materie prime di altissima qualità. Ecco tutto quello che c’è da sapere:

Cos’è

La bistecca alla fiorentina è un taglio di carne di vitellone (manzo giovane, tra 1 e 2 anni), solitamente della razza Chianina, una delle più pregiate e tipiche della Toscana. È una bistecca con osso, alta e succosa, cotta rigorosamente al sangue o, al massimo, a media cottura.

Caratteristiche

Taglio: È una lombata con il caratteristico osso a forma di "T" (simile alla T-bone steak americana), che include filetto (la parte più tenera) e controfiletto.

Spessore: Deve essere alta almeno 3-4 dita (circa 5-6 cm), per un peso che varia tra 1 e 2 kg, pensata per essere condivisa.

Cottura: Solo alla griglia, su brace di carbone o legna (idealmente quercia o ulivo), senza marinature o condimenti complessi. La crosta esterna deve essere croccante e scura, mentre l’interno resta rosso e morbido.

Preparazione

Ingredienti:

Bistecca di Chianina (o altra razza di qualità, come Maremmana)

Sale grosso (da aggiungere solo dopo la cottura)

Pepe nero (facoltativo)

Olio extravergine d’oliva (opzionale, a crudo).

Procedimento:

Tira fuori la bistecca dal frigo almeno 1-2 ore prima, per portarla a temperatura ambiente: questo garantisce una cottura uniforme.

Scalda la griglia con brace viva, senza fiamme. La temperatura deve essere alta.

Cuoci la bistecca 3-5 minuti per lato (dipende dallo spessore), tenendola inizialmente in verticale sull’osso per far sciogliere il grasso. Non girarla troppo: una volta per lato basta.

Non punzecchiarla con la forchetta, usa pinze per non perdere i succhi.

Toglila dal fuoco quando ha una crosta dorata ma è ancora morbida al tatto (circa 50-55°C al cuore per una cottura al sangue).

Condisci con sale grosso e, se vuoi, una spolverata di pepe o un filo d’olio. Lasciala riposare 5 minuti prima di tagliarla.

Regole toscane

La cottura “ben cotta” è considerata un’eresia: la fiorentina deve essere rossa all’interno per preservare sapore e morbidezza.

Tradizionalmente si serve senza contorni elaborati: al massimo fagioli all’uccelletto o patate arrosto. L’attenzione è tutta sulla carne.

Si mangia con le mani o tagliata a fette, accompagnata da un vino rosso robusto, come un Chianti Classico o un Brunello di Montalcino.

Curiosità

La parola “bistecca” deriva dall’inglese “beefsteak”. Si dice che durante il Rinascimento, a Firenze, i nobili inglesi chiedessero “steak” ai banchetti, e i locali adattarono il termine.

È un piatto antico, celebrato già nelle feste popolari della Toscana medievale.

La Chianina, originaria della Val di Chiana, è famosa per la sua carne magra ma saporita, perfetta per questo piatto.

Consiglio

Se la provi in Toscana, cerca una trattoria tradizionale o una macelleria che la cuocia al momento. A casa, investi in una buona griglia e in carne di qualità: è un piatto che non perdona compromessi. L’hai mai mangiata o vuoi provare a cucinarla? Dimmi pure se ti serve aiuto con i dettagli!

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